Montereggio, un borgo murato |
L’architetto Stefano Milano, autore di studi e ricerche sui borghi murati della Lunigiana scrive: “Il borgo di Montereggio, posto all’incontro dei percorsi che dalla medio-alta vallata del Magra, attraverso il Vallico dei Casoni, raggiungevano, a partire dall’alto medioevo, la Val di Vara e quindi gli approdi della costa ligure. In forza a tale posizione strategica ebbe una struttura fortificata, con mura, porte e torri, presumibilmente a partire dal XII-XIII secolo”.
Di particolare interesse il destino delle tre porte che davano accesso al borgo nei settori nord, nord ovest e nord est. Portali demoliti tra l’ultimo decennio del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, le cui parti componenti furono lasciate sul terreno in totale abbandono.
Le parti componenti la porta del settore nord ovest, furono trafugate: più di una testimonianza ci porta alla Chiesa di San Sebastiano di Villagrossa, comune di Calice al Cornoviglio. In effetti, osservando il grande portale, non solo vi è una palese sproporzione tra la grande dimensione di quest’ultimo e la struttura della piccola chiesa, ma la costruzione in sasso è palesemente posteriore al 1600, data del portale. Nei ricordi dei vecchi abitanti di Montereggio, ormai scomparsi, riaffiorava alla memoria come questo portale venisse infiorato nelle occasioni della processione di San Francesco Fogola.
Discorso a parte va fatto per la porta del settore nord orientale. Qui l’ingresso fortificato posto al termine dell’antica strada che collegava, attraverso l’importante nodo della Madonna del Monte, Monetereggio a Pozzo e Mulazzo. L’esatta collocazione del portale non è sicura in quanto una serie d’interventi di ricostruzione protrattisi dalla fine di XIX secolo fino agli ultimi anni ’70, conseguenti il disastroso evento sismico del 1920, hanno definitivamente cancellato i baluardi difensivi che affiancavano la porta.
Un’analisi chimica dei ritti di questo portale, effettuata dal geologo Gianfranco Di Battistini, ha portato alla luce sia la presenza di residui di carbone vegetale, sia il fatto che a Montereggio esisteva, sin dal XVI secolo, una cava di arenaria, posta sulla riva sinistra del torrente Fontanella utilizzata per la costruzione edilizia del paese.
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